Bandiere ,gadgets, oggetistica veneta

mercoledì 12 dicembre 2018

VENETI ESENTATI FATTURAZIONE ELETTRONICA

E' ufficiale, le imprese regolarmente registrate che hanno la Partita Iva , anche se la sede legale si trova nel territorio della Regione del Veneto, dal 1/1/2019 saranno esentate dall'obbligo della fatturazione elettronica .


L'esenzione riguarda pero' le sole imprese che aderiscono al regime dei minimi o forfettario.

Niente di nuovo dunque, ma per i professionisti, gli esercenti di arti e professioni, le imprese famigliari e tutti coloro che hanno dei ricavi non superiori ad una certa soglia, si configura una possibile opzione che conviene sempre valutare .





giovedì 6 dicembre 2018

VENEZIA REGINA DEI MARI


 Vi rimettiamo l'immagine di ieri che fotografa in tempo reale la situazione del traffico commerciale marittimo , in pratica la posizione ed il numero delle navi che trasportano merci.

Come si puo' ben vedere il traffico e' particolarmente concentrato nel mar Adriatico , con la massima intensita' verso lo snodo finale ,mentre gli altri mari segnano il passo.


La nuova via della seta , che connette Oriente ed Occidente , passa attraverso Venezia e la Regione del Veneto, per importare ed esportare le merci del triangolo industriale del Nord-Est , a sua volta connesso via terra con l'Europa centrale.

Un dinamismo unico al mondo .

Non esiste nessun declino per i veneti , nè per terra nè per mare , facciamo vedere questa immagine e rivendichiamo il ruolo che ci spetta .




martedì 27 novembre 2018

2018 NO OBLIO CRACK BANCHE VENETE

Per dovere di cronaca riportiamo il copia-incolla del riassunto della commissione di indagine della Regione del Veneto in merito alla questione Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca .

Questo documento , uscito gia' da 2-3 settimane, e' ufficiale, di una indagine ufficiale  e fotografa finalmente tutto quello che e' avvenuto negli anni precedenti, risassumendolo , ma soprattutto facendo chiarezza e mettendo nero su bianco la cruda realta' dei fatti .

E' una sintesi del Vice-presidente della commissione , tuttavia ognuno di noi dovrebbe stamparsela, leggerla con calma , con un evidenziatore in mano, divulgarla, spiegarla, e conservarla , per non dimenticare .



Che siamo o che non siamo stati azionisti o correntisti delle due banche conta relativamente, quello che dobbiamo sapere e' come siamo stati trattati , quali danni enormi sono stati fatti , ed in capo a chi devono essere ricercate le responsabilita' . 

Passeranno i mesi, gli anni, ma non lo cancelleremo dal nostro blog e pagine social questa testimonianza, per non dimenticare . Un piccolo contributo contro l'ingiusto oblio .

Lo Staff. 27-11-2018 .


Relazione commissione Regionale banche. Dati salienti e commento
- Rapporti di ‘amicizia’ tra BI e BPVI: “porte girevoli”, molti dipendenti BI assunti in BPVi
- Ispezione 2012 di BI in BPVI: nessuna sanzione. Qualche rilievo sull’attivo, nessuna rilevazione
baciate. BPVI viene ritenuta di adeguato standing
- Due Ispezioni 2013 di BI in VB, prima non male, nessuna sanzione; seconda consecutiva, pessima:
“significativo degrado del credito”, contestazione delle baciate e di “rilevati conflitti di interesse”
(finanziamenti concessi ad ‘amici’).
Sulla base di questo esito, BI chiede a VB di azzerare CdA e di trovare banca di adeguato standing
entro aprile 2014. Sono chieste rettifiche su crediti
Bilancio 2013: VB - 96 milioni, BPVi pareggio
Tutta la stampa parla delle cattive condizioni di VB e del matrimonio tra VB e BPVI... comincia il
discredito che porta a perdita di fiducia
In assemblea di VB tale matrimonio è l’argomento del giorno, Trinca e tutto il CdA lo considera un
intromissione di BI. Consoli dice di essere stato costretto da BI ad andare ad Aquileia da Zonin a
trattare la fusione.
Difficile che sia stato un argomento inventato.
AQR 10/14
- Aspetto n 1:
VB aumenta il capitale per 700 milioni, nel corso dell’anno precedente, e passa l’esame
BPVI fa aucap per 700 milioni ma non basta, nottetempo, grazie ad un imbeccata (da parte di qualche
organo ben informato), decide di convertire un poc per 250 milioni, così passa l’esame anche
lei...
Confermati i buoni rapporti con BI
Risulta evidente che BPVI non ha lo standing adeguato... risulta evidente che BI (nella seconda
ispezione a VB) si era sbagliata. Ma l’errore è stato gravissimo è pieno di conseguenze negative
per VB
— Questione baciate
VB
- BI contesta 157 MLN di baciate a VB, VB dice che sono 10, in bilancio ne vengono riportate 14 le
quali vengono dedotte dal capitale di vigilanza in sede di AQR, BCE accetta questo dato...
- Nel 2015 BCE fa controllo su baciate VB ne trova 72 MLN
Nel verbale del CdA del 28/8/15 si riporta che Carrus dice che Barbagallo sollecita ulteriori controlli
anche adottando criteri più rigidi, bastava che ci fosse qualsiasi forma di acquisto a leva
per considerarle baciate (con questo criterio si sarebbero trovati miliardi di baciate in tutte le
banche italiane).
Questo criterio è stato usato solo per VB, mai per Vicenza, mai per nessuna altra banca... in questo
modo si arriva a 280 MLN,
1
Dal bilancio ne vengono scomputate 300 MLN (fondamentali per evitare il successivo aucap che
ha fatto arrivare Atlante a 0,1€)
BPVI
Cominciamo con un illuminante esempio: Ambrogio Della Rovere era semplice socio di BPVi e
aveva 50 milioni di azioni finanziate, mentre era membro CdA di VB e non aveva nessuna azione
finanziata di VB: diversi criteri... ma BI... non vede quelle di Vicenza e vede quelle VB
- Nel 2012 BI dice che non ce ne sono...
- Dalle indagini della procura e dalle nostre audizioni (Marin, Caoduro) risulta che BI sapeva che
c’erano...
- a BI era stato spiegato il meccanismo di finanziamento dei grandi soci.
Caoduro: “era evidente che in quel momento la pratica dei finanziamenti era tollerata dall’organo
di vigilanza”
Gatti alla Procura di Vi: “rispetto alla ispezione 2012, all’epoca il fenomeno era già esistente”
Marin dichiara di aver comunicato agli ispettori il meccanismo di finanziamento dei grandi soci.
Ambrosini (capo divisione crediti) consegna alla Procura uno scambio di mail tra lui e l’ispettore
Sansone in cui è chiaro che si parla di baciate.
Diverse versioni sostenute dagli ispettori:
1) le abbiamo cercate
2) le abbiamo cercate ma non le abbiamo trovate
3) le abbiamo cercate, ma non ricordiamo se le abbiamo trovate
4) alla Procura devono ammettere che le avevano trovate... ma dicono, lo scopo dell’ispezione era un altro...
Allora, diversamente da quanto BI ha dichiarato alla nostra commissione, gli ispettori svolsero
specifici controlli su soci finanziati. Non ritennero di sanzionare. L’anno dopo in VB ne ‘trovarono’
molte di più di quante ce ne fossero... e chiesero le dimissioni del CdA...
Nei fatti, le ragioni in base alle quali BI esautora il CdA di VB e ‘auspica’ fusione non esistevano!
... Errori o sono state ‘fabbricate’ con precise finalità? Comunque, altri danni pesanti fatti da BI a
VB
Fondi esteri
Gatti racconta alla Procura il meccanismo di triangolazione che usava BPVI:
BpVI aveva una società irlandese che finanziava una società di ‘Pippo’ in Lussemburgo, la quale finanziava
- passando per Malta - una società di ‘Pippo’ in Italia che comprava azioni BPVI...in più
ci sono finanziamenti ‘strani’ tipo quello concesso a Marchini...
BI sapeva che BPVI aveva investito 350 MLN in fondi di diritto lussemburghese...
SORATO dice a Gatti che le triangolazioni servivano per finanziare acquisti azioni proprie
2
Le stesse triangolazioni vengono proposte anche a VB, Consoli manda Malvestio a vedere di che si
tratta. Malvestio dice (in una intercettazione telefonica):
“Sono andato io a trattarla e al ‘signorino’ ho detto: guarda, non ti do neanche il
biglietto da visita perché ti arrestano di sicuro e non vorrei che te lo trovassero
in tasca... Io ho rinunciato a capire: a Vicenza non sono ancora tutti in galera,
con quello che è venuto fuori. Hanno fatto l'operazione che noi abbiamo rifiutato.
Quando gli ho chiesto se erano a posto con la testa, mi hanno detto che avevano
l'appoggio della Vigilanza ... e credo che sia vero, perché sono operazioni
di tale dimensione, di tale maldestra criminale stupidità che tu non puoi farla se
non sei d'accordo con chi ti controlla. [...] Credo che quel rifiuto di Veneto Banca
sia stato l'origine dei guai con il dottor Barbagallo […]. Quelli me l'avevano detto
abbastanza chiaro che era tutto ok.[...] Potrei pensare al millantato credito, se
non se ne fossero veramente accorti. Ti potrebbe venire il dubbio, ma non è che
puoi passare con il rosso: se lo fai deliberatamente vuol dire che sei d'accordo
che il vigile guardi da un'altra parte”
Sic! Da brividi...
Si può dire che BI abbia dipinto un quadro nettamente migliore del reale per BPVi e nettamente peggiore del
reale per VB?
Si può dire, invece, che il modus operandi di VB è sensibilmente migliore di quello di BPVI?
Si può dire che grazie a questo quadro VB è stata dipinta come una banca messa male che aveva bisogno di
essere acquisita? Si può dire che ciò non era vero?
Si può dire che a causa di questo quadro VB ha avuto danni giganteschi che ha scosso la fiducia dei suoi soci
e clienti?
Si può dire che tale quadro portava alla conclusione che Vicenza doveva incorporare Montebelluna?
... Questo è il Tentativo di fusione n 1... ne seguiranno altri 3...
BI ha enormi responsabilità sull’esito della vicenda popolari, se le condizioni del fallimento di VB
sono cominciate in quel periodo (come sostiene ora BI), allora, BI ha svolto un ruolo determinante
perché si verificassero. E quindi essa è uno dei soggetti principali che devono essere chiamati a risponderne
AQR,
aspetto n 2
L’AQR viene svolta usando criteri stabiliti precedentemente, quando si mette in piedi il meccanismo unico di
vigilanza per le banche con attivo superiore ai 30 mld. Essi dovevano avere solo ‘valore statistico’, poi Bce
impone il loro recepimento in bilancio. Questi criteri penalizzano in modo significativo le banche che prestano
alle PMI, in particolare le popolari italiane. Tali criteri non sono altrettanto penalizzanti per banche che
operano in modo diverso, magari usando derivati e altri strumenti finanziari (come succede nel nord Europa)
Mentre gli altri stati dell’UE facevano azione di lobbing per condizionare la scelta dei criteri di
valutazione, le nostre istituzioni, Governo e BI, erano inerti e continuavano a sostenere che le nostre
banche erano in ottima salute.
In più, i governi degli altri stati sono intervenuti con decine di miliardi a sostegno dei loro sistemi
bancari (UK 100 miliardi, Germania 64, Spagna 62, Irlanda 62, ecc), l’Italia ha continuato a sostenere
la tesi paradossale, secondo la quale, non c’era bisogno di alcun intervento!
3
Gravi responsabilità delle istituzioni italiane che non hanno tutelato il proprio sistema del credito,
e non sono intervenute per rinforzarlo. Il prezzo più alto lo hanno pagato le nostre popolari.
La stessa Banca d’Italia (a posteriori si ‘autodenuncia’), ritenne punitivi, per le nostre
banche i criteri usati da Bce nell’Aqr e scrive nel Rapporto sulla stabilità finanziaria n2
2014:
“per la valutazione dell’adeguatezza delle cosiddette rettifiche generiche (gli accantonamenti
su posizioni in bonis) è stato utilizzato un modello statistico (challenger
model) che ha determinato aggiustamenti di valore significativamente più
elevati rispetto a quelli coerenti con la normativa contabile (IAS-IFRS), che non
consente la contabilizzazione di poste a carattere meramente prudenziale. […]
Parte degli aggiustamenti di valore deriva dalla riclassificazione di posizioni in
bonis alla categoria delle partite deteriorate.
Banca d’Italia chiarisce che la riclassificazione dei prestiti non dipende dalla nuova definizione
armonizzata a livello europeo di “partite deteriorate” ma dall’analisi delle posizioni
condotta su base individuale e statistica; gli aggiustamenti rifletterebbero quindi l’utilizzo
di
“indicatori di bilancio delle imprese affidate più stringenti di quelli contabili.
L’applicazione di questi criteri ha influenzato soprattutto la valutazione delle
esposizioni verso le piccole e medie imprese italiane, i cui bilanci mostrano in
media bassa redditività e indebitamento elevato”
A causa dell’adozione di tali criteri VB riporta in
BILANCIO 2014 perdite per 1 mld, e BPVi perdite per 750 milioni.
Mazzata che si aggiunge a tutte le altre...
- Decreto di trasformazione delle popolari 01/15
Il Governo, in fretta e furia, impone a 10 popolari con attivo superiore a 8 mld (perché 8mld?) una
trasformazione in Spa entro 18 mesi con successiva quotazione, senza diritto di recesso, senza possibilità
di ricorrere a Holding intermedia.
BI fa la circolare esplicativa (impugnata e bloccata dal CdStato in base a tale sentenza Popolare di
Bari è ancora cooperativa e VB nel frattempo è fallita),
Effetti devastanti soprattutto per le due Venete. Perché? Il decreto colpisce 10 popolari: 7 quotate (per le quali
non cambia sostanzialmente nulla) e 3 non quotate le due Venete e Popolare di Bari, la quale è ancora cooperativa...
la precipitosa trasformazione colpisce solo le due Venete e getta nel panico soci e clienti
Il decreto prevedeva la trasformazione in SPA a cui doveva seguire la quotazione in borsa:
Quotazione dopo tutto quello che era successo?
Cioè, decidi di mettere in vendita una società dopo anni di crisi, dopo che tu stesso dici che è messa malissimo?
È come se un concessionario decidesse di vendere una macchina dopo che si è scontrata con un camion,
senza mandarla in carrozzeria ...
4
Il decreto, in più, ha avuto diverse conseguenze:
1) ha bloccato qualsiasi trattativa di fusione perché non c’era più un valore attribuibile (erano in corso trattative
tra VB e BP e anche con BPer)
2) Ha delegittimato il CdA delle popolari
3) Ha reso torrenziale la fuga dei soci che avevano paura della quotazione
Gli effetti negativi del decreto sulle venete fanno riemergere la necessità della loro fusione... e
avanti... tentativo di fusione n2
Anche in questo caso le responsabilità di BI sono evidentissime (la circolare è stata sospesa da CdS! Ciò ha
permesso alla Popolare di Bari di salvarsi). Nei fatti, decreto e circolare furono “ad bancas” colpirono solo le
due venete. Qui anche il Governo ha fatto un danno notevolissimo. Ci poteva anche stare la trasformazione,
dovevano cambiare i modi e i tempi.. si doveva dare il tempo alle due Venete di gestire la trasformazione.
Con queste modalità è stato solo un provvedimento punitivo nei loro confronti.
Anche il governo ha il dovere di risarcire i soci...
Responsabilità BCE: essa impone che vengano recepiti, già nel bilancio 2014 le risultanze statistiche
dell’AQR non contemplate in alcuna norma contabile vigente.
1) Questa porta a peggiorare le valutazioni sulle PMI (in particolare si deve portare ad incaglio tutto il settore
immobiliare e a non poterlo più finanziare), quindi aumento esponenziale dei crediti deteriorati
2) Ciò produce rettifiche sugli attivi per 1,5 mld sia per VB si per BPVi. E perdite di esercizio miliardarie.
Ottimo per delle società che sono costrette a quotarsi!!!
A cosa è servito recepire quelle risultanze in spregio alle norme contabili? Solo a mettere in ulteriore difficoltà
le banche
- Ispezione guardia di Finanza del 2/15 : effetto scenico pauroso! media pre allertati e presenti alle 6 del
mattino, titoloni catastrofici sui giornali. Altro danno gigantesco per VB.
L’ispezione a Vicenza arriva solo a Settembre e senza effetti speciali...
altra inspiegabile differenza di trattamento tra VB e BPVi , questa volta della GdF...
- Mancata vendita di BIM: una cordata capitanata da D’Agui che comprendeva Montezemolo e De Benedetti
offre 500 milioni per BIM. VB avrebbe ricavato quasi 300 MLN. Bce blocca l’operazione ... Bim verrà venduta
anni dopo per 20 milioni...
Anche questi 300 milioni sarebbero stati fondamentali per evitare l’aucap che ha fatto arrivare
Atlante
A fine ‘15 arriva Srep, bocciate solo le due popolari, altri accantonamenti necessari
altri danni di immagine nei mass media.
Stesso periodo arriva BRRD (Bail in) applicato alle quattro banche del centro italia.
Altro panico dei correntisti e conseguente fuga
19/12/15 trasformazione VB prezzo recesso 7,3€ il panico diventa incazzarura furente... si decide di trasformare
una cooperativa in Spa in quel momento con quel criterio. Fare peggio era difficile...
BILANCIO 2015 si chiude con perdite di 900 MLN per VB e per 1,4 mld per BPVi dovuti in particolare
agli accantonamenti.
La raccolta comincia a ridursi drasticamente - 28% BPVi , -10% VB.
Comincia il collasso...
2016
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Si trasforma BPVi prezzo recesso 6,3€ panico e incazzarure furenti...
BCE impone altro aucap alle due popolari. 1 mld VB garante Intesa , 1,5 mld BPVi garante Unicredit
. Poi si sfilano...
Per VB c’è interessamento BPer e ci sono fondi americani; dissuasi entrambi (emblematiche a tal riguardo
le dichiarazioni di Carlotta De Franceschi, Bruno Zago, Matteo Cavalcante)...
La banca sconsiglia ai clienti e soci di aderire, Carrus parla della banca come di “uno zombie”.
Arriva Atlante (messo in piedi da Guzzetti, Cariplo cioè Intesa: prima Intesa si sfila dalla garanzia
poi entra per comprare a 10 cent.. ma che strano...).
Anticipando il fatto che la Scognamiglio dice che sono stati riportati in bonis 800 MLN di Utp di VB
Si sommano 3 fatti:
1) ‘Metodo Barbagallo’ solo per VB che porta a 300 mil di Baciate
4) Pretestuoso blocco di BCE della vendita di BIM, altri 300 milioni persi da VB
5) Rigidità incomprensibili nella determinazione degli Utp (Scognamiglio ne riporta in bonis 800 mil)
Che se non verificatisi avrebbero evitato l’aucap di VB che ha fatto arrivare Atlante a 0,1€
Per BPVi nessun sottoscrittore, arriva Atlante a 10 cent...
Ritorna lo scenario della fusione per la terza volta...
Ma Anselmi (presidente VB) è contrario, mentre Mion BPVi è favorevole
È strano che sia sempre la sponda VB contraria e quella BPVi favorevole... allora non era solo Consoli a non
volerla...
Anselmi si dimette 11/16 ha sempre dichiarato, anche alla nostra commissione, che VB si poteva
salvare e che lui ha partecipato al salvataggio del Banco Ambrosiano che “era messo sicuramente
peggio” (e siamo a novembre del ‘16, dopo tutto quello che era già successo)...
Operazione Tiepolo 01/17
Ulteriore piano di fusione delle due popolari: tentativo n 4
Atlante mette un altro mld
BILANCIO 2016 Nei bilanci 31/12/16 ci sono perdite per altri 3,5 mld per le due popolari, dovute
per 2,5 mld ad ulteriori rettifiche su crediti. I deteriorati ammontano ormai a 10 mld netti.
Nel 2017 i deteriorati aumentano ulteriormente
Pretto, di Confidi impresa e turismo, in audizione dichiara che l’incremento dei deteriorati dal
secondo semestre 2016 è molto anomalo rispetto alle altre banche. Secondo Pretto ciò denuncia
“una politica volta a liberarsi dalla zavorra” e continua “le confermo che Atlante aveva cominciato
a scaricare le sofferenze in modo pesante”...
Schiavon parla, in merito alla definizione degli Npl in VB, di decisioni del CdA - e in particolare
di Carrus - sospette, che avrebbero favorito determinati clienti nella rinegoziazione di tali
prestiti. Schiavon dice che per alcune di queste pratiche sospette ci sono anche prove documentali...
Come già anticipato, Il commissario liquidatore VB Scognamiglio dice alla commissione bicamerale
d’inchiesta che dopo poche settimane erano stati riportati in bonis 800 milioni di crediti deteriorati...
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Mettendo insieme i giudizi dei confidi, le dichiarazioni di Schiavon e poi quelle della Scognamiglio,
qualche sospetto di opacità nella gestione di questa ‘onda anomala’ di crediti deteriorati da
parte di Atlante viene...
Gestione che è un ulteriore elemento che crea enormi danni alle due banche venete
Nonostante questo repentino, disastroso peggioramento delle condizioni delle due popolari, si
continua a pompare liquidità: Si registrano due emissioni obbligazionarie garantite dallo stato
In febbraio 6,5 mld
In maggio 3,6 mld
Totale 10,1 miliardi di obbligazioni garantiti dallo stato.
Sembra di capire che fino a maggio del ‘17 lo stato credesse (o volesse far credere) nella possibilità di salvare
le due banche
Atlante ci credeva di sicuro, infatti, mette un miliardo a inizio anno.
Però a marzo la Bce dice che servono altri 4,7 mld per salvare le venete.
Esigenza maturata sicuramente negli ultimi mesi e non certo anni prima... i danni veri, sono quelli prodotti
dai presunti salvatori:
- ispezioni farlocche di BI tra 2012 e 2013,
- Ordine di recepire in bilancio i criteri statistici da parte Bce
- Decreto di trasformazione
- Ispezione spettacolare GdF a VB
- Mancata vendita di BIM
- Continue svalutazioni e successivi accantonamenti per Npl...fino all’...
- ‘Onda anomala’ denunciata anche dai Confidi... che poi vengono rimessi in bonis...
- IMI e Unicredit prima garantiscono e poi si sfilano dall’aucap, generando panico
- Vertici che sconsigliano di aderire a aucap del 2016
- Pervicace volontà di Atlante di fare la fusione
- Supina accettazione dello stato di tutti i provvedimenti penalizzanti che arrivano dall’Europa, per le banche
italiane (visti i criteri nettamente sfavorevoli per le banche italiane, la politica doveva proteggere il sistema
bancario italiano).
Si chiede ricapitalizzazione precauzionale dello stato, il quale cincischia... Verstagen dichiara che
da Roma non arrivano più notizie...
Atlante non ha i soldi richiesti e Intesa, col resto del consorzio, non li mette.
Ci sono dichiarazioni piuttosto contrariate da parte di Mion ma anche di Penati, sull’impantanamento
dell’operazione di salvataggio. Penati (in luglio 2017 quando lo stato aveva già messo fino a
17 mld su decreto liquidazione), dichiara che con altri 4 mld avrebbero salvato tutte le crisi bancarie...
Una persona maliziosa potrebbe pensare che finché Atlante e forse una parte dello stato lavoravano
al piano Tiepolo, Intesa e lo stato (o forse una parte di esso) stessero lavorando ad un altro
progetto...
Il 21/6 Intesa si dice disponibile all’acquisto delle popolari a determinate condizioni
Il 23/6 Bce dichiara dissesto
Il 23/6 Governo avvia la procedura di liquidazione
Il 25/6 Commissione Europea approva la liquidazione
Arriva il decreto per il salvataggio di Intesa
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I dati del bilancio Intesa 2017 dimostrano che Essa ha fatto un affarone e che aveva ragione Penati quando
sosteneva che serviva molto meno se l’obiettivo fosse stato solo quello di salvare le due banche...
Questa è una storia da brividi che ha portato al fallimento delle due popolari, che ha sconquassato l’economia
e la società del Veneto, che ci ha privato di due istituti bancari fondamentali per le nostre imprese e famiglie.
Dagli elementi raccolti risultano evidenti le enormi responsabilità di BI, del Governo, e anche di Intesa, la
quale ha giocato una partita volta solo a massimizzare il proprio tornaconto (con ottimi risultati). Si può aggiungere
che le istituzioni nazionali non sono riuscite a tutelare le banche italiane in Europa, e che le istituzioni
locali non hanno tutelato le banche venete presso le istituzioni italiane.
Le banche erano di proprietà degli ex soci. I quali ne sono stati espropriati a causa degli errori, delle omissioni,
degli interventi tanto maldestri quanto arroganti delle istituzioni. Qui non si tratta di ‘ristorare’, qui si
deve ‘risarcire’ i soci da un danno patrimoniale ingiusto che hanno subito, del quale sono solo vittime e del
quale non hanno alcuna responsabilità. Qui è assurdo e fuorviante parlare di ‘misselling’, anche se le due popolari
hanno forzato la vendita delle azioni negli ultimi anni di crisi; infatti, le cause del fallimento di queste
banche sono maturate grazie a errori marchiani delle istituzioni nazionali; in particolare, si tratta di errori di
BI e anche del Governo. I quali sono tenuti a rispondere dei propri errori. Allora, ripeto, qui non si tratta di
adottare un atto di benevolenza da parte del Governo, per ‘ristorare’ dei soci sprovveduti che si sono fatti ingannare
dalle rispettive società. Qui bisogna che chi ha sbagliato paghi! Qui bisogna che chi ha procurato il
danno ‘risarcisca’ chi l’ha subito.
Di questa brutta storia resterà traccia per decenni. Mai come in questo caso è emersa in modo chiaro la figura
del ‘veneto pantalon’ e del rapporto che esiste tra istituzioni romane e venete.
Speriamo che almeno serva da monito per il futuro.

Antonio Guadagnini
Vice presidente commissione regionale banche

venerdì 16 novembre 2018

BANDIERA VENETA 6 FRANGE

La Bandiera Veneta e' solo quella con 6 code, talvolta chiamate anche frange .

E' una delle uniche bandiere nazionali che presenta questa caratteristica.
Le frange devono essere assolutamente tagliate.

Si dice che esse rappresentino i 6 sestieri che costituiscono la citta' capitale della Repubblica Serenissima : Venezia .
  Si tratta di una conformazione non così rara in periodo medioevale e rinascimentale, ma che oggi si è conservata viva solo nella Bandiera di San Marco .

Qualcuno afferma che ci sia anche una motivazione pratica. Ovvero che una bandiera esposta a forte vento, sia piu' resistente nella parte centrale, se la sua terminazione e' frastagliata .

Nel passato anziche' sostituire tutta la bandiera, si ricucivano le sole code strappate dai venti .

Anche la bandiera di Chioggia ha 6 code, forse per imitazione di quella di Venezia .




 
 


CHIOGGIA

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domenica 11 novembre 2018

TRENTIN-TIROLESI AIUTANO VENETI


Oggi abbiamo saputo che squadre dei Vigili del Fuoco volontari della Val di Non ( provincia autonoma di Trento) sono scese in Veneto, per aiutare le popolazioni locali a ripristinare i luoghi dopo i recenti fatti di grave maltempo.


In attesa di piu' radicali provvedimenti che richiederanno mesi, forse anni , si cerca almeno di risolvere le emergenze e di far partire in sicurezza la prossima stagione turistica alle porte.

Un grande e doveroso ringraziamento a questi volontari.

Non leoni da tastiera stile  "Marcite con i Pini ", ma gente che parla poco e lascia parlare i fatti .

Indossate le tute da lavoro, saliti sulle camionette all'alba , caricati badili picconi motoseghe , sono arrivati ad Arabba e stanno lavorando instancabilmente .

La Val di Non , famosa per le sue mele ( marchio Melinda) , e non solo .
Dove si parla la lingua nonesa, variante del Ladino.
Dove si possono visitare splendidi castelli e fare turismo naturalistico .
Dove ci sono industrie innovative .



Grazie !





 

venerdì 9 novembre 2018

SCONTO MARCITE COI PINI

A tutti coloro che risiedono in Veneto , nella provincia di Belluno , martoriati dall'alluvione e per giunta sbeffeggiati con frasi del tipo " marcite con i pini" , noi abbiamo deciso di concedere , per solidarieta' , un sconto del 50% su tutti i nostri prodotti .

Codice Coupon BL50


Per tutti gli altri, chiunque essi siano , abbiamo previsto uno sconto del 25% , mentre il restante 25% sara' da noi versato nel conto corrente pro persone in difficolta' ,  istituito dalla Regione del Veneto.

Codice Coupon  VNT25

Iniziativa valida fino al 30-11-2018

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Arrivederci.
Lo Staff Bandiere Venete 
 

domenica 16 settembre 2018

giovedì 30 agosto 2018

lunedì 27 agosto 2018

BANDIERE VENETE APERTO

Informiamo i nostri clienti che gli uffici e la logistica di Bandiere Venete riapre oggi 27 agosto.

Gli ordini fatti sulle piattaforme online nel periodo 3/08 - 26/08 saranno processati , seguendo l'ordine di arrivo, entro questa settimana , ovvero tutte le merci saranno spedite entro il 31/8.

Cordiali Saluti - Lo Staff.

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venerdì 13 luglio 2018

FORZA CROAZIA

In questi giorni sui social sono girati numerosi post e manifestazioni di apprezzamento per le prestazioni della nazionale di calcio Croata ai campionati del mondo 2018 , da parte dei cittadini veneti.
 
Crozia, un paese di 4 milioni di abitanti e con un PIL di 50 miliardi di euro/anno.
Il Veneto , una regione con 5 milioni di abitanti ed un PIL di 150 .

 
Ci sono vari motivi che giustificano questa simpatia . Ragioni storiche innanzi tutto .  L'attuale Croazia ingloba l'Istria e buona parte della Dalmazia, che per secoli sono state parte dello "Stato da Mar" della Veneta Serenissima Repubblica .

Dice dei Croati lo scrittore G. Grevembroch
" Riconosciuti dalla Repubblica Veneta tra i Nazionali, gli Oltramarini o Schiavoni furono i più valorosi, bellicosi, fieri, temutissimi e fedeli soldati della Serenissima Repubblica Veneta; questi soldati valevoli in guerra e in pace, in terra e in mare, si denominauoano Crouati, in seguito Schiauoni, et ora sono detti Oltramarini. "


Oltre a questo ci sono ragioni di vicinanza, oggi e' frequente viaggiare in Istria e Dalmazia per ragioni di affari e di turismo, ed infine, ancora oggi vivono in quel paese numerosi amici di nazionalita' e lingua veneta , con cittadinanza Croata.


Un sincero in bocca al lupo dunque, ai nostri vicini europei Croati, in vista della finale dei campionati del mondo di calcio .
 

venerdì 18 maggio 2018

OFFERTE SPECIALI

Molti ci chiedono , come faccio a pagare di meno le Bandiere Venete ?

La domanda ci viene fatta dai rivenditori, dai gruppi, dai movimenti , dalle attivita'  e da tutti coloro che hanno un certo consumo di gonfaloni.

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lunedì 14 maggio 2018

VIVA GLI ALPINI

Ci sono state tantissime polemiche per l'adunata degli alpini a Trento , nell'anno del centenario della fine della grande guerra .

Polemiche per le contestazioni ricevute da alcune frange tirolesi , ostili agli alpini, accusati di essere assassini, mandati a combattere ed invadere un territorio che non era italia , contro truppe locali dove militava una popolazione che stava bene dov'era e non aveva manifestato alcun interesse particolare a cambiare patria,  poiche' l'irredentismo italiano in Trentino  rappresento' un movimento minoritario , per non dire inesistente , come ebbe a dire anche lo stesso Mussolini, a suo tempo.
Cioè , passi per i sud-tirolsesi di lingua tedesca , ma neanche  quelli di Trento hanno mai chiesto di lasciare l'Austria per andare con l'Italia, manco per sogno.

 La situazione e' complessa ed e' lungi da poter essere semplificata nella favoletta alpini buoni e tirolesi cattivi, o viceversa . Sia chiaro, tutto questo can-can e' stato sollevato da una sparuta minoranza locale , chiamiamola extra-parlamentare , e che non ha mai raccolto grandi consensi o manifestazioni oceaniche .

Tuttavia ha saputo mettere il dito sulla piaga dolorosa a quanto pare ancora aperta , anche adoperando magistralmente i nuovi mezzi a loro disposizione, specie i social-network.

Alla esposizione delle bandiere Tirolesi e alla comparsa di scritte ingiuriose "Alpini assassini" sono arrivate parole di sdegno , ma solo da parte di alpini con improbabile accento avellinese .
Il Presidente della Provincia Ugo Rossi, che con il suo Partito Autonomista Trentin-Tirolese guida la Provincia in coalizione con un moribondo PD difende gli alpini e si schiera a difesa del tricolore .
Ossanna , dello stesso partito ma figlio di un elettorato delle valli, distante dalla citta' e col cuore bianco-rosso invita a sfilare uniti nella memoria della pace,  alpini insieme agli Schutzen.

Kasswalder, lo scissionista del PATT , che ha fondato Autonomisti Popolari con il simbolo del fiocco di neve e pesca in quella Valsugana semi-veneta confinante col Ponte di Bassano, non puo' parlare contro alpini ma nemmeno rinnegare gli Schutzen , si astiene e tace.

All'orizzonte si intravede anche la Lega ( ex Lega Nord ) ,che in passato non ha mai scaldato il cuore dei trentini , che sono tirolesi, non certo padani.
Eppure il brand lega, avanza prepotente ad insidiare le posizioni autonomiste ai partiti storici locali; promette di difendere di piu' la tirolesita', se la prende con gli immigrati ed abbandona il bon ton degli autonomisti locali.
Ci saranno le elezioni della Provincia Autonoma di Trento , previste in autunno, vedremo.

Per questo motivo dal Veneto , un Zaia equilibrista , lancia un grido per difendere gli alpini.
ma tira il sasso e nasconde la mano.
Deve proteggere l'asset dell'alpin in camicia a quadri, ma non calpestare le idee di autonomia.
Non a caso i volontari delle associazioni venete, ex Brigata Cadore, tutti inquadrati nella Protezione Civile ,sono massimamente leghisti o non disdegnano l'indipendentismo . Questo significa tricolore si , davanti a tutti, ma dietro le quinte sempre con la bandiera di San Marco presente alle feste di paese a base di pane e salame.
L'alpino che chiama l'unita' d'italia e mette i tricolori all'adunata di Treviso dell'anno scorso , e' lo stesso che affigge i manifesti per il referendum dell'autonomia , voluto, appunto, da Zaia .



Di alpini nella protezione civile in trentino invece ce ne sono di meno , ad insidiarli ci sono anche i Vigili del Fuoco Volontari  , "Studafoc" in ladino, figli di una tradizione austriacante .

Tra gli altri spicca infine Paolo Primon, che da solo si gongola tra le sue bandiere tirolesi , e mette in fila tutti per aver ben interpretato un tema diventato di enorme attualita', in una situazione di grave crisi politica e istituzionale.

C'è poco da dire , non servono tanti giri di parole .
L'accordo De Gasperi-Gruber sembra lontano anni luce a Trento , e oggi protegge solo Bolzano.
Le folle oceaniche delle manifestazioni Asar a Trento nel 1946-7 , solo un ricorso lontano. 

L'autonomia trentina è gravemente insidiata gia' da alcuni anni ed i cittadini inziano ad accorgersene, esprimendo insofferenza verso la retorica centralista , e gli alpini ne fanno le spese .
Bilinguismo , contributi, leggi di tutela, difesa di valori e identita' locale, addirittura posti pubblici secondo la proporzionale etnica .
A Bolzano si , ma a voi di Trento no .

Una Regione Trentino-Alto Adige che non ha quasi competenze , e due provincie autonome,quella di Bolzano, in pieno boom e ripresa economica ,che surclassa  quella di Trento, che segna il passo , appesantita da uno stato italiano sempre piu' vorace, che destina ai due litiganti trattamenti sempre piu' diversi.    

Viva gli Alpini , Viva il tricolore  ?   Beh, ecco appunto, dipende ..








 

mercoledì 9 maggio 2018

ANNIVERSARIO SERINISSIMI 2018

9 maggio

Ricorre il 21-esimo anniversario dell'impresa dei Serenissimi del 9 maggio1997 .
Per intenderci l'impresa del tanko1 , per distinguerla dalle vicende del tanko2 del 2014.

Tutto cio' avviene in occasione del quarantennale della morte dell'Onorevole Aldo Moro, 9 maggio 1978, con la Repubblica Italiana ed i media intenti nella celebrazioni della ricorrenza , che cade beffarda proprio nel culmine dell'attuale stallo politico istituzionale .

Non si è potuto non parlare di Moro, purche' solo pigramente ci si soffermi  sui risultati della commissione d'inchiesta che ha messo in evidenza la situazione di orientamento e sfruttamento consapevole dell’azione brigatista per finalità politiche e geopolitiche .

Parallelamente non c'è alcun interesse nel ricordare i fatti dei Serenissimi 9 maggio 1997, da sempre archiviata come la rivoluzione "del pane e del salame" .

Un  parallelo inevitabile , perche' ci e' parso che per entrambi i fatti prevalga una insensata "voglia di dimenticare" , che invece andrebbe perseguita, se non altro per giustizia storica . 

E allora riproponiamo alcune parole di repertorio del non violento Fausto Faccia , comandante dei Serenissimi,  sul significato sempre attuale di quella occupazione :


 « .. tenere viva la speranza contro un sistema generale che non voleva la libertà della nostra terra. Venezia a questo punto si trovava ad un bivio: o rinunciare alla sua nobile identità storica e passare all'oblio oppure risvegliare il suo spirito assopito e proporre un'alternativa di riscatto»

e ancora :

«Quella notte si è impedito che si mettesse definitivamente la parola fine alla gloriosa storia della Repubblica Serenissima nel duecentesimo anniversario della sua pilotata caduta, decretandone la definitiva sepoltura. Al contrario noi quella notte ,sottraendo il cuore religioso e politico alla sovranità dello stato Italiano, abbiamo proclamato la nuova Repubblica Veneta, mantenendola viva e sovrana per tutte le ore che siamo riusciti, nella totale volontà di evitare ogni violenza.

Riguardiamo Venezia adornata dai gonfaloni . Non sono forse idealmente anche figli suoi quelle persone dall' identita' mai sopita e ritrovata ?





lunedì 16 aprile 2018

16-17 Aprile MARIN FALIER

Ri-Pubblichiamo le ricerche di noti appassionati, recuperate a loro volta da fonti bibliografiche.

Non sia mai che l'oblio del tempo le cancelli, meglio periodicamente riproporle , e duplicarle, chissa' che sia da lezione anche per i nostri tempi moderni.

A proposito di Marin Falier e della congiura ordita contro la Serenissima  .

Scrive Gigio Zanon 
Il 7 maggio 1355 il Consiglio dei Dieci decreta che il 16 aprile di ogni anno, giorno di S. Isidoro, una solenne processione avvenga in S. Marco con l'intervento del doge per ringraziare Dio e S. Marco di aver salvato lo stato dalla congiura del doge Marin Falier, decapitato il 17 aprile dello stesso 1355.


Scrive  Cesare Peris

La vita.


Nato verso il 1285, Marin aveva un fratello, Ordelaf, ed apparteneva ad una delle famiglie patrizie più illustri di Venezia, i Falier erano infatti un antico Casato che, probabilmente, era giunto in laguna dalla città di Fano.
Ricchissimo, con proprietà nel Padovano e nel Ferrarese ed una splendida Ca’ in Contrada dei Santi Apostoli, socio in affari con il fratello Ordelaf aumentò ulteriormente il potere della sua famiglia, che già aveva visto ben due Dogadi: il Dose Vitale Falier Dodoni (1084-1095) ed il Dose Ordelaf (anagramma di Faledro) Falier Dodoni, figlio di Vitale, (1102-1118). Quest'ultimo, nato guerriero, venne trucidato a Zara e fu sepolto a San Marco dove un cronista lo definì "Re dei Re e correttore delle leggi".
Ben poco si conosce della giovinezza di Marin e ciò fino all’età di trent'anni, quando invece lo si ritrova membro del Consejo dei Diese e successivamente chiamato a servire la Repubblica come Podestà di Treviso, Lesina, Brazza e Serravalle; Ambasciatore, poi Savio, Provedador da Mar e quindi Capitan e Bailo nella piazzaforte di Negroponte (odierna Eubea), Plenipotenziario di Venezia nella Lega con gli Scaligeri e gli Estensi contro Genova.
Egli ebbe a sostenere da valoroso condottiero anche alcuni incarichi militari, fra i quali il più importante fu senz’altro l'assedio e la riconquista di Zara nel 1345, città che si era ribellata alla Signoria veneziana.
Il Re di Boemia lo aveva nominato Cavaliere ed era diventato Conte e Signore di Valmareno, cedutogli dai Da Camin.
Marin Falier sposò Alcuina (Lodovica) Gradenigo, donna di rinomata bellezza e d’età molto più giovane di lui.

Il dogado.


Apprezzato dai suoi pari per l'intelligenza politica e l'esperienza di navigato uomo di Stato, alla morte del suo predecessore, Andrea Dandolo, l’11 settembre del 1354 con 35 voti su 41, avendo compiuto settant’anni, fu eletto al primo scrutinio Dose di Venezia. La notizia della nomina raggiunse Marin Falier mentre si  trovava ad Avignone, Ambasciatore della Repubblica presso papa Innocenzo VI.
Partì immediatamente una delegazione di dodici nobilomeni che lo attesero e gli resero omaggio a Verona. Il 5 ottobre arrivò a Fusina dove salì a bordo del Bucintoro ed arrivò a San Marco; qui però, come racconta il Sanudo, "fo un malissimo augurio" il fatto che la nave, a causa della nebbia, attraccasse proprio al centro del molo, sulla piazzetta, sicché il corteo dogale si trovò a transitare tra le due colonne di Marco e Todaro, luogo dove generalmente venivano eseguite le condanne a morte.
Il suo breve dogado fu molto travagliato. Il 4 novembre 1354 la flotta veneziana nell'Egeo, al comando di Nicolò Pisani, fu letteralmente annientata a Portolongo dai Genovesi, con cui la Repubblica era in guerra. La sconfitta precipitò la città in una fase di forte ristagno economico, di cui il popolo "borghese", formato principalmente da artigiani ed i mercanti si lamentavano continuamente e dei quali il Dose Falier divenne l’interprete ed il fautore di una guerra ad oltranza contro Genova.
Dal 1350 al 1355 Venezia passò infatti un momento estremamente delicato. Non solo la guerra con Genova, ma anche quella precedente con i veronesi e il terribile morbo della peste avevano creato gravi difficoltà economiche, con il commercio che languiva la scarsa circolazione monetaria, il forte aumento del numero dei poveri ed i tassi d'interesse lievitati del 40%.

La congiura.


Le motivazioni che potrebbero aver condotto Marin Falier alla cospirazione derivarono forse dall’analisi politica di una Penisola dove i deboli e rissosi governi comunali venivano, uno dopo l’altro, sostituiti dalle autoritarie Signorie. Comunque sia, la tradizione vuole che la spinta finale ad agire sia stata propiziata da motivazioni personali.
Durante una festa in palazzo Ducale, i giovani Michele Steno (futuro Dose), Pietro Bollani, Rizzardo Marioni, Moretto Zorzi, Micaletto da Molin e Maffeo Morosini, vergarono sui muri alcune scritte offensive nei confronti della Dogaressa e del nipote del Dose. Di questi insulti, due in particolare vengono ricordati dai cronisti: "Marin Falier, da la bea mugier, altri la galde lu la mantien" e “Beco Marin Falier della bela moier, la mogie del doxe Falier, se fa foter par so piaser”. Quale immediata conseguenza, il 10 novembre 1354, sollecitata dagli Avogadori de Comun, la Quarantia condannò lo Steno a dieci giorni di carcere, il Bollani e il Marioni ad una settimana. Pene invero miti ma era anche pur vero che nel passato certe “ragazzate” non avevano mai visto punizioni più severe. Un uomo di Stato esperto ed acuto come il Falier non poteva non rendersene conto, tanto che la sua sicurezza nel non essere beco (cornuto) fu confermata dal fatto che designò la moglie esecutrice del suo testamento.
L’episodio non gli fece certo piacere ma il movente ebbe evidentemente diversa natura.
Uomo fortemente ambizioso, probabilmente non soddisfatto di essere arrivato al dogado, cospirò per diventare “Signor a bacchetta” ed assicurare così il dominio alla sua famiglia che, dopo di lui, poteva continuare con il nipote Fantino. Di antichissima e nobile famiglia, di grandi ricchezze, conte e signore di Valmareno, cavaliere dell’Impero, amico di principi e signori, con fama di virtù, di sapienza e di valore guerriero, con vaste relazioni intrattenute con borghesi e popolani, grande seguito fra la gente di mare e, infine, con l’autorità di Dose, egli si convinse al gran passo.
Riconobbe subito che per poter attuare con qualche successo un colpo di Stato contro la nobiltà, aveva da rivolgersi a quei borghesi che, finanziariamente erano assai potenti ma ugualmente destinati a rimanere esclusi dalla politica. Pochi e selezionati i capi della cospirazione, oltre a lui stesso, Bertuccio Isarello, proprietario di navi, il suocero di questi, Filippo Calendario, tagiapiera e proprietario di barconi, ed infine un certo Vendrame, ricchissimo pellicciaio.

Il piano.


La data dell'insurrezione fu stabilita per il 15 aprile 1355. Il disegno, semplice e quanto mai cruento, prevedeva di irrompere in piazza San Marco, occupare il palazzo Ducale e qui uccidere tutti i membri dei vari Consigli, quindi girare per le case ed eliminare il resto dei nobilomeni assieme ai loro figli. Compiuta la strage, Marin Falier si sarebbe proclamato "Signore di Venezia".

Il fallimento.


Vendrame, incautamente o forse pensando che ormai i giochi sono fatti, si confida con un amico, il nobilomo Nicolò Lion, al quale infatti anticipa che nella notte ci sarà a Venezia una “gran novità”: è in atto una sommossa per abbattere il Governo repubblicano. Il Lion non perde tempo e corre subito a riferire il nefasto progetto al Dose, Marin Faliero il quale, restando impassibile, minimizza la faccenda in “ciacole” senza fondamento (chiacchiere), peraltro già udite anche dai Consiglieri Ducali.
Il Lion però non riesce a tranquillizzarsi e chiede al Dose la bontà di convocare il Minor Consejo e dopo alcune titubanze, il Dose acconsente. Intanto però si sparge la voce e molti nobilomeni che si trovano a palazzo accorrono per saperne di più. Ora si dubita della parola del Lion il quale chiede allora che Vendrame venga convocato e questi, trovato e messo alle strette, confessa i nomi del principali congiurati. Nel frattempo arriva a palazzo Giacomo Contarini accompagnato dal nipote Giovanni, che confermano come vere le dichiarazioni del Vendrame, avute da un loro confidente, tale Marco Negro. Anche questo viene convocato ed interrogato e, nell’elenco dei congiurati di sua conoscenza, egli fa anche il nome del Dose.
Grande è lo sgomento fra i nobilomeni. La parola del Negro non viene giudicata bastante, è in gioco l’onore della Repubblica, ci vuole la certezza. Viene perciò tratto in arresto Filippo Calendario il quale, sotto la minaccia della tortura, confessa e conferma l’esistenza della congiura ed i nomi dei congiurati, compreso quello del Dose.
Sul far della sera, tutta la città è in allarme. Per la dignità della carica ricoperta, il Dose viene  posto agli arresti domiciliari, mentre tutti gli altri congiurati sui quali si riesce a por mano vengono incarcerati. Nel frattempo un gran numero di nobilomeni “lealisti” accompagnati dai rispettivi seguiti armati, si apprestano a passare la notte presidiando piazza San Marco. Infine a Marco Corner, Capitan General da Mar, è affidato il comando di un flottiglia di barche armate affinché la laguna sia tenuta sotto stretto controllo.

La repressione.


Il giorno dopo, il 16 aprile, il Consejo dei Diese si riunisce e, data la gravità delle decisioni che si dovranno assumere, gli viene tosto affiancata una Zonta composta da 20 nobilomeni.
Bertuccio Isarello e Filippo Calendario sono impiccati il giorno stesso alle colonne rosse della loggia di palazzo Ducale, altri nove congiurati seguono subito dopo la loro stessa sorte.
Venerdì 17 aprile, non presente, viene giudicato il Dose Marin Falier. Egli è riconosciuto colpevole di alto tradimento e condannato all’unanimità dei voti alla decapitazione. La sentenza gli viene comunicata mentr’egli attende nei suoi appartamenti, da Giovanni Gradenigo che gli intima “dami quela bareta”, spogliandolo così delle insegne dogali. La sentenza viene compiuta al tramonto in Palazzo Ducale, a porte chiuse, e si vuole sia eseguita nello punto stesso della grande scalinata dove, poco prima di cingere la corona ducale, Marin Falier aveva prestato il giuramento di osservare la "promissione ducale".
Dopo il suono della campana, al popolo, in attesa riunito in Piazzetta, viene mostrato lo spadone ancora insanguinato del boia e una voce grida: "Vardé tuti! La stada fata giustixia de'l traditor!".
Il suo corpo rimarrà esposto per un giorno nella sala della magistratura del Piovego, deposto su una stuoia e con la testa mozza ai piedi. La sera del 18 aprile, il cadavere sarà caricato a bordo di una gondola e silenziosamente accompagnato alla sepoltura, un cassone di pietra collocato all’interno della Cappella della Madona de la Paxe, dunque non all’interno della chiesa di San Zanipolo. Caduta la Repubblica, nei primi anni dell’Ottocento il cassone, svuotato dei resti e rimosso, fu utilizzato per qualche tempo come serbatoio dell'acqua per l'ospedale civile, trovando alfine la sua collocazione, completamente privo di stemmi ed iscrizioni, nella loggia esterna dell'antica sede del museo Correr, ossia il Fontego dei Turchi.
Il Petrarca in una lettera espresse la tragica emozione che questo evento produsse in tutta Italia e vi vide con chiarezza una inconfutabile lezione per i futuri Dosi, da cui essi impareranno che sono «le guide e non i padroni dello Stato. Che dico le guide? Unicamente gli onorati servitori della Repubblica».

La memoria.


Per un fatto curioso, nonostante la Repubblica abbia cercato in tutti i modi di cancellarne la memoria, ugualmente Marin Falier è diventato senz'altro uno dei Dosi più conosciuti al mondo (Byron ne ricavò la tragedia “Marino Faliero”).
·         Come già si festeggiava con processione e ringraziamenti solenni il giorno di San Vio (San Vito, 15 giugno), in cui era stata annientata la congiura Querini-Tiepolo; così il Consejo dei Diese proclamò festivo il giorno di sant'Isidoro (16 aprile), in cui Marin Falier era stato condannato a morte. Il Dose assisteva personalmente ogni anno alla cerimonia pubblica che in piazza San Marco ricordava il tragico evento. In proposito eloquentemente scrive Renier Michiel: “Cerimonia molto utile per ricordare ai Dosi di non doversi riguardare mai come signori di Venezia, ma soltanto come capi della Repubblica, anzi come i primi servi onorificati di essa, e sottomessi alle medesime leggi di ogni altro cittadino”.
·         Nella sala del Mazor Consejo, dove si allineano tutti i ritratti dei 120 Dosi, nel 1366 un decreto del Consejo dei Diese ordinò la cancellazione dell'immagine di Marin Falier e la sostituzione con un drappo azzurro e la seguente iscrizione a lettere bianche: «Hic fuit locus ser Marini Faletri, decapitati pro crimine proditionis», ossia: «Questo era il posto di Marin Falier, decapitato per tradimento». Dopo l’incendio che nel 1577 devastò palazzo Ducale, tra i ritratti dei dogi nuovamente dipinti, al posto di Marin Falier fu collocato un drappo nero ed una scritta leggermente diversa: «Hic est locus Marini Faletri, decapitati pro criminibus». Del Dose non sono conosciuti ritratti attendibili.
·         La motivazione della sentenza alla pena capitale emessa dal Consejo dei Diese, non fu trascritta, come era d’uso, nei pubblici registri. Al suo posto, nel libro IV della raccolta “Misti”, si legge un "NON SCRIBATUR".
·         Ancora per decisione del Consejo dei Diese, la campana usata per avvisare il popolo riunito in piazzetta che la sentenza contro Marin Falier era stata eseguita, si volle non fosse mai più suonata e venne perciò riposta, senza batacchio, dentro la chiesa di San Marco.