Bandiere ,gadgets, oggetistica veneta

venerdì 18 maggio 2018

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lunedì 14 maggio 2018

VIVA GLI ALPINI

Ci sono state tantissime polemiche per l'adunata degli alpini a Trento , nell'anno del centenario della fine della grande guerra .

Polemiche per le contestazioni ricevute da alcune frange tirolesi , ostili agli alpini, accusati di essere assassini, mandati a combattere ed invadere un territorio che non era italia , contro truppe locali dove militava una popolazione che stava bene dov'era e non aveva manifestato alcun interesse particolare a cambiare patria,  poiche' l'irredentismo italiano in Trentino  rappresento' un movimento minoritario , per non dire inesistente , come ebbe a dire anche lo stesso Mussolini, a suo tempo.
Cioè , passi per i sud-tirolsesi di lingua tedesca , ma neanche  quelli di Trento hanno mai chiesto di lasciare l'Austria per andare con l'Italia, manco per sogno.

 La situazione e' complessa ed e' lungi da poter essere semplificata nella favoletta alpini buoni e tirolesi cattivi, o viceversa . Sia chiaro, tutto questo can-can e' stato sollevato da una sparuta minoranza locale , chiamiamola extra-parlamentare , e che non ha mai raccolto grandi consensi o manifestazioni oceaniche .

Tuttavia ha saputo mettere il dito sulla piaga dolorosa a quanto pare ancora aperta , anche adoperando magistralmente i nuovi mezzi a loro disposizione, specie i social-network.

Alla esposizione delle bandiere Tirolesi e alla comparsa di scritte ingiuriose "Alpini assassini" sono arrivate parole di sdegno , ma solo da parte di alpini con improbabile accento avellinese .
Il Presidente della Provincia Ugo Rossi, che con il suo Partito Autonomista Trentin-Tirolese guida la Provincia in coalizione con un moribondo PD difende gli alpini e si schiera a difesa del tricolore .
Ossanna , dello stesso partito ma figlio di un elettorato delle valli, distante dalla citta' e col cuore bianco-rosso invita a sfilare uniti nella memoria della pace,  alpini insieme agli Schutzen.

Kasswalder, lo scissionista del PATT , che ha fondato Autonomisti Popolari con il simbolo del fiocco di neve e pesca in quella Valsugana semi-veneta confinante col Ponte di Bassano, non puo' parlare contro alpini ma nemmeno rinnegare gli Schutzen , si astiene e tace.

All'orizzonte si intravede anche la Lega ( ex Lega Nord ) ,che in passato non ha mai scaldato il cuore dei trentini , che sono tirolesi, non certo padani.
Eppure il brand lega, avanza prepotente ad insidiare le posizioni autonomiste ai partiti storici locali; promette di difendere di piu' la tirolesita', se la prende con gli immigrati ed abbandona il bon ton degli autonomisti locali.
Ci saranno le elezioni della Provincia Autonoma di Trento , previste in autunno, vedremo.

Per questo motivo dal Veneto , un Zaia equilibrista , lancia un grido per difendere gli alpini.
ma tira il sasso e nasconde la mano.
Deve proteggere l'asset dell'alpin in camicia a quadri, ma non calpestare le idee di autonomia.
Non a caso i volontari delle associazioni venete, ex Brigata Cadore, tutti inquadrati nella Protezione Civile ,sono massimamente leghisti o non disdegnano l'indipendentismo . Questo significa tricolore si , davanti a tutti, ma dietro le quinte sempre con la bandiera di San Marco presente alle feste di paese a base di pane e salame.
L'alpino che chiama l'unita' d'italia e mette i tricolori all'adunata di Treviso dell'anno scorso , e' lo stesso che affigge i manifesti per il referendum dell'autonomia , voluto, appunto, da Zaia .



Di alpini nella protezione civile in trentino invece ce ne sono di meno , ad insidiarli ci sono anche i Vigili del Fuoco Volontari  , "Studafoc" in ladino, figli di una tradizione austriacante .

Tra gli altri spicca infine Paolo Primon, che da solo si gongola tra le sue bandiere tirolesi , e mette in fila tutti per aver ben interpretato un tema diventato di enorme attualita', in una situazione di grave crisi politica e istituzionale.

C'è poco da dire , non servono tanti giri di parole .
L'accordo De Gasperi-Gruber sembra lontano anni luce a Trento , e oggi protegge solo Bolzano.
Le folle oceaniche delle manifestazioni Asar a Trento nel 1946-7 , solo un ricorso lontano. 

L'autonomia trentina è gravemente insidiata gia' da alcuni anni ed i cittadini inziano ad accorgersene, esprimendo insofferenza verso la retorica centralista , e gli alpini ne fanno le spese .
Bilinguismo , contributi, leggi di tutela, difesa di valori e identita' locale, addirittura posti pubblici secondo la proporzionale etnica .
A Bolzano si , ma a voi di Trento no .

Una Regione Trentino-Alto Adige che non ha quasi competenze , e due provincie autonome,quella di Bolzano, in pieno boom e ripresa economica ,che surclassa  quella di Trento, che segna il passo , appesantita da uno stato italiano sempre piu' vorace, che destina ai due litiganti trattamenti sempre piu' diversi.    

Viva gli Alpini , Viva il tricolore  ?   Beh, ecco appunto, dipende ..








 

mercoledì 9 maggio 2018

ANNIVERSARIO SERINISSIMI 2018

9 maggio

Ricorre il 21-esimo anniversario dell'impresa dei Serenissimi del 9 maggio1997 .
Per intenderci l'impresa del tanko1 , per distinguerla dalle vicende del tanko2 del 2014.

Tutto cio' avviene in occasione del quarantennale della morte dell'Onorevole Aldo Moro, 9 maggio 1978, con la Repubblica Italiana ed i media intenti nella celebrazioni della ricorrenza , che cade beffarda proprio nel culmine dell'attuale stallo politico istituzionale .

Non si è potuto non parlare di Moro, purche' solo pigramente ci si soffermi  sui risultati della commissione d'inchiesta che ha messo in evidenza la situazione di orientamento e sfruttamento consapevole dell’azione brigatista per finalità politiche e geopolitiche .

Parallelamente non c'è alcun interesse nel ricordare i fatti dei Serenissimi 9 maggio 1997, da sempre archiviata come la rivoluzione "del pane e del salame" .

Un  parallelo inevitabile , perche' ci e' parso che per entrambi i fatti prevalga una insensata "voglia di dimenticare" , che invece andrebbe perseguita, se non altro per giustizia storica . 

E allora riproponiamo alcune parole di repertorio del non violento Fausto Faccia , comandante dei Serenissimi,  sul significato sempre attuale di quella occupazione :


 « .. tenere viva la speranza contro un sistema generale che non voleva la libertà della nostra terra. Venezia a questo punto si trovava ad un bivio: o rinunciare alla sua nobile identità storica e passare all'oblio oppure risvegliare il suo spirito assopito e proporre un'alternativa di riscatto»

e ancora :

«Quella notte si è impedito che si mettesse definitivamente la parola fine alla gloriosa storia della Repubblica Serenissima nel duecentesimo anniversario della sua pilotata caduta, decretandone la definitiva sepoltura. Al contrario noi quella notte ,sottraendo il cuore religioso e politico alla sovranità dello stato Italiano, abbiamo proclamato la nuova Repubblica Veneta, mantenendola viva e sovrana per tutte le ore che siamo riusciti, nella totale volontà di evitare ogni violenza.

Riguardiamo Venezia adornata dai gonfaloni . Non sono forse idealmente anche figli suoi quelle persone dall' identita' mai sopita e ritrovata ?