Ci sono state tantissime
polemiche per l'adunata degli
alpini a Trento , nell'anno del centenario della fine della grande guerra .
Polemiche per le contestazioni ricevute da alcune
frange tirolesi , ostili agli alpini, accusati di essere
assassini, mandati a combattere ed
invadere un territorio che non era italia , contro truppe locali dove militava una popolazione che
stava bene dov'era e non aveva manifestato alcun interesse particolare a cambiare patria, poiche'
l'irredentismo italiano in Trentino rappresento' un
movimento minoritario , per non dire inesistente , come ebbe a dire anche lo stesso Mussolini, a suo tempo.
Cioè , passi per i sud-tirolsesi di lingua tedesca , ma neanche quelli di Trento hanno mai chiesto di lasciare l'Austria per andare con l'Italia, manco per sogno.
La situazione e' complessa ed e' lungi da poter essere semplificata nella f
avoletta alpini buoni e tirolesi cattivi, o viceversa . Sia chiaro, tutto questo can-can e' stato sollevato da una sparuta minoranza locale , chiamiamola
extra-parlamentare , e che non ha mai raccolto grandi consensi o manifestazioni oceaniche .
Tuttavia ha saputo mettere il dito sulla
piaga dolorosa a quanto pare ancora aperta , anche adoperando magistralmente i nuovi mezzi a loro disposizione, specie i social-network.
Alla esposizione delle
bandiere Tirolesi e alla comparsa di scritte ingiuriose
"Alpini assassini" sono arrivate parole di sdegno , ma solo da parte di alpini con improbabile
accento avellinese .
Il Presidente della Provincia Ugo Rossi, che con il suo
Partito Autonomista Trentin-Tirolese guida la Provincia in coalizione con un moribondo PD difende gli alpini e si schiera a difesa del tricolore .
Ossanna , dello stesso partito ma figlio di un elettorato delle valli, distante dalla citta' e col
cuore bianco-rosso invita a sfilare uniti nella memoria della pace,
alpini insieme agli Schutzen.
Kasswalder, lo scissionista del PATT , che ha fondato
Autonomisti Popolari con il simbolo del fiocco di neve e pesca in quella Valsugana semi-veneta confinante col Ponte di Bassano, non puo' parlare contro alpini ma nemmeno rinnegare gli Schutzen ,
si astiene e tace.
All'orizzonte si intravede anche la
Lega ( ex Lega Nord ) ,che in passato non ha mai scaldato il cuore dei trentini , che sono tirolesi, non certo padani.
Eppure il brand lega, avanza prepotente ad
insidiare le posizioni autonomiste ai partiti storici locali; promette di difendere di piu' la tirolesita', se la prende con gli immigrati ed abbandona il bon ton degli autonomisti locali.
Ci saranno le elezioni della Provincia Autonoma di Trento , previste in autunno, vedremo.
Per questo motivo dal Veneto , un
Zaia equilibrista , lancia un grido per difendere gli alpini.
ma
tira il sasso e nasconde la mano.
Deve proteggere l'asset dell'alpin in camicia a quadri, ma non calpestare le idee di autonomia.
Non a caso i volontari delle associazioni venete, ex Brigata Cadore, tutti inquadrati nella Protezione Civile ,sono massimamente leghisti o non disdegnano l'indipendentismo . Questo significa tricolore si , davanti a tutti, ma
dietro le quinte sempre con la bandiera di San Marco presente alle feste di paese a base di pane e salame.
L'alpino che chiama l'unita' d'italia e mette i tricolori all'adunata di Treviso dell'anno scorso , e' lo stesso che affigge i manifesti per il
referendum dell'autonomia , voluto, appunto, da Zaia .
Di alpini nella protezione civile in trentino invece ce ne sono di meno , ad insidiarli ci sono anche i Vigili del Fuoco Volontari ,
"Studafoc" in ladino, figli di una tradizione austriacante .
Tra gli altri spicca infine
Paolo Primon, che da solo si gongola tra le sue bandiere tirolesi , e
mette in fila tutti per aver ben interpretato un tema diventato di enorme attualita', in una situazione di grave crisi politica e istituzionale.
C'è poco da dire , non servono tanti giri di parole .
L'accordo De Gasperi-Gruber sembra lontano anni luce a Trento , e oggi protegge solo Bolzano.
Le folle oceaniche delle manifestazioni Asar a Trento nel 1946-7 , solo un ricorso lontano.
L'autonomia trentina è gravemente insidiata gia' da alcuni anni ed i cittadini inziano ad accorgersene, esprimendo
insofferenza verso la retorica centralista , e gli alpini ne fanno le spese .
Bilinguismo , contributi, leggi di tutela, difesa di valori e identita' locale, addirittura posti pubblici secondo la proporzionale etnica .
A Bolzano si , ma a voi di Trento no .
Una Regione Trentino-Alto Adige che non ha quasi competenze , e due provincie autonome,quella di
Bolzano, in pieno boom e ripresa economica ,che surclassa quella di Trento, che segna il passo , appesantita da uno stato italiano sempre piu'
vorace, che destina ai due litiganti
trattamenti sempre piu' diversi.
Viva gli Alpini , Viva il tricolore ? Beh, ecco appunto, dipende ..